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‘La costruzione di una fine’. Seminario con Maurizio de Giovanni

 

Sulla scia del successo riscosso dai precedenti cicli seminariali con Maurizio de Giovanni (visionabili sul sito www.dol.unina.it), F2 Cultura propone un nuovo appuntamento con lo scrittore. L’incontro, dal titolo “La costruzione di una fine”, si terrà giovedì 12 dicembre 2019 alle 12 presso l’Aula Magna del Liceo Statale Genovesi e vedrà come di consueto la partecipazione attiva di giovani studenti, interlocutori privilegiati di tale iniziativa.

L’evento, aperto dai saluti di Arturo De Vivo, Prorettore dell’Università di Napoli Federico II, Vittorio Delle Donne, Dirigente scolastico del Liceo Genovesi e Maria Filippone, Presidente dell’Associazione Amici del Liceo Genovesi, sarà introdotto da Pasquale Sabbatino, Docente di Letteratura Italiana e Coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia. Maurizio de Giovanni proporrà, in forma laboratoriale, alcune riflessioni sulle strategie narrative del dodicesimo e ultimo romanzo della serie dedicata al commissario Ricciardi, “Il pianto dell’Alba” (2019).

Già sede di “Raccontare il lato oscuro dell’anima camminando in città. Seminario sulla scrittura di noir e gialli”“Le mille forme del raccontare contemporaneo” e “La storia e la città tra parole e immagini”, lo storico Liceo Genovesi si rinnova come luogo aperto al racconto della città e alla città del racconto. «L’incontro con Maurizio De Giovanni – ha dichiarato Vittorio Delle Donne – rappresenta per noi l’occasione per ribadire la volontà del Liceo Genovesi di rafforzare i vincoli che lo legano alla città, al suo cuore antico, al prestigioso ateneo federiciano. Nella monumentale sala dell’Oratorio dei Nobili, avremo l’onore di vedere accanto a noi, da un lato il prof. Arturo De Vivo, il prorettore della Federico II, l’Ateneo che è la naturale meta di approdo per gran parte dei nostri studenti; dall’altro, Maurizio De Giovanni, autore meritamente assurto a fama internazionale, che con la potente delicatezza della sua arte narrativa ha contribuito a dare nuovo lustro alla città di Napoli».

Con un colpo di scena struggente il commissario Ricciardi chiude il suo ciclo. «Maurizio de Giovanni ritorna al Genovesi – afferma Maria Filippone – per parlare con la città e, in particolare, con i giovani dell’ultimo romanzo della saga del commissario Ricciardi. Sarà sicuramente un incontro emozionante: Maurizio sa parlare ai giovani e noi ci auguriamo che il  suo intervento possa ulteriormente favorire l’avvicinamento alla lettura. Un ringraziamento all’Ateneo federiciano, al prof. Sabbatino, al liceo Genovesi e al preside Delle Donne».

Il commissario Ricciardi viene collocato dalla critica internazionale «in una genealogia prestigiosa, spiega Pasquale Sabbatino, dove troviamo Montalbano, il commissario di Camilleri che da oltre vent’anni svolge il suo lavoro nella mitica Vigata, e Jean-Baptiste Adamsberg di Fred Vargas, che indaga a Parigi. E, insieme, Montalbano, Adamsberg e Ricciardi riprendono il commissario Maigret, il grande modello creato da Simenon, di cui sono discendenti, ma ciascuno lo sviluppa in modo autonomo e peronale».

“Eduardo De Filippo e il teatro del mondo”

Per onorare Eduardo De Filippo, ricordandolo a trent’anni dalla sua scomparsa, si terrà il 23 (alle 10.15) e 24 ottobre 2014 (alle 9.30) il convegno internazionale “Eduardo De Filippo e il teatro del mondo” nella sede dell’Università Federico II di Napoli (aula Pessina – Corso Umberto I, 40), per iniziativa del Forum Universale delle Culture, dello stesso Ateneo federiciano, del Master in Drammaturgia e Cinematografia e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al convegno internazionale “Eduardo De Filippo e il teatro del mondo” una propria medaglia di rappresentanza.

Studiosi e professionisti del mondo teatrale di rilievo internazionale partecipano alle due giornate di studio con una pluralità di contributi che mirano, da angolazioni diverse, a mettere in una nuova luce la continuità della lezione eduardiana nella cultura italiana e internazionale. Il convegno si rivolge a tutti coloro che hanno interesse e passione per teatro, e soprattutto si rivolge ai giovani. Aprirà i lavori Luca De Filippo con Pasquale Sabbatino, organizzatore del convegno; seguiranno poi gli interventi di professori delle Università di Georgetown, Strathclyde, Lugano, Bologna, Cassino, Firenze, Roma, Venezia e Napoli che si alterneranno con attori eduardiani come Mariano Rigillo, registi come Francesco Saponaro, scrittori e giornalisti.

Tre i temi principali che si svilupperanno nelle relazioni: il primo è l’opera di Eduardo come teatro del mondo, ovvero come il suo racconto di Napoli sia il racconto dell’uomo del Novecento e dunque linguaggio universale. Il secondo tema è la traduzione linguistica e culturale del teatro di Eduardo, con una disamina degli aspetti teorici e delle traduzioni di Eduardo nelle diverse lingue. Il terzo tema è centrato sul complesso rapporto di rielaborazione della drammaturgia eduardiana nel teatro di oggi e nella narrativa. Quest’ultimo tema ha motivato anche la realizzazione del libro Scrittori per Eduardo, a cura di Patricia Bianchi, edito dalla ESI, Napoli, con il contributo del Forum Universale delle culture. Il volume, di cui si discuterà nella tavola rotonda del 24 alle 16, raccoglie testi narrativi e teatrali inediti, generati da un’ideale dialogo con l’opera di Eduardo, recepita come classico della contemporaneità; scrivono per Eduardo Peppe Barra, Maricla Boggio, Fortunato Calvino, Vincenzo Caputo, Antonella Cilento, Antonella del Giudice, Angela Di Maso, Paolo Di Paolo, Pino Imperatore, Giovanni Maddaloni, Wanda Marasco, Michela Monferrini, Giuseppe Montesano, Silvio Perrella, Arnolfo Petri, Giuseppe Pompameo, Guido Pugliese, Marcello Sabbatino, Edoardo Sant’Elia, Angela Villa, Nando Vitali. Ma il contributo degli autori contemporanei si estende anche alle relazioni: Maurizio De Giovanni, scrittore di grande successo e popolarità, ha infatti immaginato, nella sua relazione-racconto Il commissario Ricciardi sulle tracce di Eduardo.

Nel corso della tavola rotonda del giorno 23 si discuterà di altri due volumi freschi di stampa: il primo è Gli Scarpetta e i De Filippo: una famiglia di artisti, a cura di Giuseppina Scognamiglio e Pasquale Sabbatino (ESI, Napoli) raccolta di saggi sulla famiglia teatrale forse più famosa in Europa; il secondo libro, Eduardo. Dizionario dei personaggi, a cura di Patricia Bianchi e Nicola De Blasi (Osanna, Venosa) raccoglie la schedatura di tutti i personaggi eduardiani e la sintesi delle commedie, offrendo per la prima volta un repertorio di consultazione e divulgazione.Eduardo e il teatro del mondo porta a conclusione Eduardiana, articolato ciclo di incontri e studi sul drammaturgo e attore napoletano, iniziato dal scorso maggio sotto l’egida del Forum Universale delle Culture e aperto col convegno Eduardo De Filippo tra testo e scena.

«È stato un percorso entusiasmante – commenta il curatore del ciclo Pasquale Sabbatino, coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia presso la Università Federico II – che in questo capitolo finale ci porterà a ridisegnare la geografia e la storia delle traduzioni di Eduardo nel mondo, dall’Europa all’America, dall’Africa all’Oriente, aprendo in modo pionieristico il capitolo del dialogo tra il grande teatro italiano e le culture del pianeta. Inoltre documenteremo per la prima volta che dalla scrittura teatrale di Eduardo nascono nuove scritture, narrative, poetiche e teatrali. Il bozzetto di Lello Esposito, con le lettere rosse della forza e della passione di Eduardo sovrapposte ai numerosi colori degli altri scrittori, interpreta la dinamica del classico che diventa contemporaneo, della tradizione che vive nel presente, in un gioco di identità e metamorfosi. Infine focalizzeremo l’impegno civile di Eduardo per il recupero e la rieducazione dei ragazzi a rischio. Un impegno che è per noi tutti un’eredità, di cui dobbiamo farci carico, in una società che è cambiata con l’immigrazione dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo».

Enzo Striano. Il lavoro di uno scrittore tra editi e inediti

 

Promossa dal Dipartimento di Filologia Moderna “Salvatore Battaglia“, della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II, dal Master di II livello in Letteratura, Scrittura e critica teatrale, dal Polo delle Scienze Umane e Sociali, con il patrocinio della Regione Campania (Assessorato alla Istruzione e Formazione; Assessorato all’Università Ricerca scientifica) e con il contributo dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e delle Edizioni Scientifiche Italianelunedì, 28 aprile 2008, dalle 9,00 nell’aula Pessina dell’Edificio Centrale di corso Umberto, I, si terrà una giornata di studi dedicata allo scrittore Enzo Striano e alla sua produzione letteraria, edita ed inedita.

I lavori si apriranno con il saluto di Guido Trombetti, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; di Nicola Mazzocca, Assessore all’Università e Ricerca Scientifica della Regione Campania; di Massimo Marrelli, Presidente del polo di Scienze Umane e Sociali; di Eugenio Mazzarella, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia; di Pasquale Sabbatino, Direttore del Dipartimento di Filologia moderna.

Seguiranno gli interventi di Silvio PerrellaGeneroso PiconeFrancesco DuranteMatteo PalumboFrancesco D’EpiscopoToni IermanoStefano ManferlottiGiuseppina ScognamiglioFrancesco De CristofaroPasquale SabbatinoPatricia BianchiApollonia Striano.

Nella sessione pomeridiana sarà presentata la piéce inedita “Quel Giuda nominato Trotskj“, di cui Toni Servillo leggerà alcuni brani.
Terminata alla fine degli anni Settanta, “Quel Giuda nominato Trotskj” viene inviata inedita al premio Vallecorsi-Pistoia.

Il testo, giudicato da una commissione composta di Daniele D’AnzaDiego FabbriNando GazzoloCarlo Maria PensaValeria MoriconiFabrizio RavanelliRiccardo RangoniLuigi Squarzina, ottiene una particolare segnalazione e arriva finalista alla premiazione del maggio del 1980. Nonostante questo significativo consenso, non è mai stato pubblicato, né portato in scena.Per iniziativa del professore Pasquale Sabbatino, “Quel Giuda nominato Trostkj” apparirà sul prossimo numero della “Rivista di letteratura teatrale“.

In conclusione dei lavori vi sarà una tavola rotonda sul tema “Il resto di niente“: dal romanzo al cinema, cui parteciperanno la regista Antonietta De LilloValerio Caprara e Pasquale Iaccio.  (o.p.)

Laboratorio di teoria e tecnica del documentario

Si terrà martedì 18 giugno 2019 alle ore 15.00 (aula 410, Dipartimento di Studi Umanistici – Università degli Studi di Napoli Federico II) il “Laboratorio di teoria e tecnica del documentario”, tenuto da Giuseppe Pesce, scrittore e giornalista.

Il seminario, introdotto da Vincenzo Caputo, rientra nell’ampia offerta didattica promossa dal Master di II livello in Drammaturgia e cinematografia della Federico II.

Attraverso la proiezione e l’analisi di brevi opere, gli incontri vogliono offrire, sul piano teorico-pratico, una riflessione su come si costruisce un documentario. Si punterà l’attenzione sulla ricerca e sulla selezione di materiali funzionali allo sviluppo della narrazione e si evidenzierà l’importanza della direzione del montaggio

«Partiremo – dichiara Vincenzo Caputo – da Malacqua di Nicola Pugliese. È un libro mai dimenticato. Un capitolo importante di quell’ipotetica storia del “romanzo sulla città”, che – dopo la prima edizione enaudiana del 1977 – è stato riproposto da Pironti nel 2013. Nel 2015 Armando Pugliese ne ricavò anche un’opera teatrale».

In tal senso sarà appunto oggetto di analisi il documentario Tutto il resto è Malacqua (Ita, 2012, 24′). «Il documentario – dichiara Pesce – è costruito intorno all’unica intervista concessa da Pugliese (1944-2012). Il suo romanzo-cult Malacqua (1977) racconta di una Napoli incantata (per la quale di si parlò di “realismo magico”) attraverso suggestioni, oltre che letterarie, anche cinematografiche (“Il giudizio universale”, 1961) e giornalistiche (i crolli di Napoli del 1969)».

L’analisi e la riflessione sulla proiezione consentiranno di puntare l’attenzione su alcune specifiche questioni. È un metodo prevalentemente laboratoriale, che spinge così gli allievi a confrontarsi con i problemi e le tecniche del documentario: le questioni pratiche saranno affrontate di pari passo con quelle teoriche e con i criteri di decodifica e valutazione della narrazione per immagini.