Mercoledì 12 dicembre 2018, alle ore 16.00, presso l’aula 342 del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo federiciano (via Porta di Massa, 1) si svolgerà il reading teatrale del testo “Vite deragliate”, scritto a più mani dagli specializzandi del Master in “Drammaturgia e Cinematografia, coordinato da Pasquale Sabbatino, nel corso del laboratorio di scrittura creativa condotto da Fortunato Calvino.
L’atto unico, che verrà interpretato per la prima volta da Luigi Andò, Laura Cascio, Domenico Davolos, Enrico Morabito, Elena Paoletti e Angelo Trifari diretti dallo stesso Calvino, nasce da un esperimento di scrittura condivisa di un testo teatrale inedito all'interno di un percorso di alta formazione professionale, durante il quale gli allievi del Master hanno maturato conoscenza e padronanza delle tecniche di costruzione di un testo teatrale, soffermandosi sulla psicologia dei personaggi, sulla differenza linguistica tra testo teatrale e testo letterario ed infine sulle fasi di montaggio delle scene.
«Cercare una via di uscita - spiegano gli specializzandi del Master - è la reazione a quell’istinto primordiale della sopravvivenza. Può rivelare ciò che non riusciamo a dire neanche a noi stessi, ed allora ci accorgiamo che la paura di non poter uscire da un luogo chiuso non è altro che la claustrofobia delle nostre precarie relazioni che mettono a nudo le nostre fragilità. È una realtà che può toccare chiunque. È la condizione dei cinque passeggeri, che, in seguito ad un incidente avvenuto sui binari di una linea metropolitana napoletana, si ritrovano in una galleria secondaria, appartenente ad una linea ferroviaria in disuso, ma abitata da un tipo non del tutto convenzionale».
Riuscirà ciascun personaggio a trovare la propria “via di uscita”? Questo è l’interrogativo che ha spinto Serena Barbato, Martina Barbieri, Michele Carucci, Laura Cascio, Domenico Davolos, Brigida Esposito, Francesco Mainiero, Enrico Morabito, Giovanni Negri, Elena Paoletti e Monica Todino, autori del testo, ad immedesimarsi con chi vaga in attesa di una possibilità di fuga, una probabilità di salvezza che gli consenta di ritornare in superficie e di riappropriarsi nuovamente della propria vita deragliata.