Famiglie d’artisti a Futuro Remoto 2018

“Famiglie d’artisti: generazione e rigenerazioni teatrali a Napoli” è il titolo del reading degli specializzandi del Master in Drammaturgia e Cinematografia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinato da Pasquale Sabbatino, nell’ambito della XXXII edizione di Futuro Remoto.

L’incontro con gli specializzandi è previsto per il 10 novembre, alle ore 13.00, presso la Sala Saffo di Città della Scienza e sarà incentrato su importanti figure della storia del teatro napoletano attraverso letture di testi, anche inediti, e la presentazione di un documentario.

Gli interventi saranno introdotti da Lorenza Cuomo, che illustrerà i motivi per i quali gli specializzandi del Master federiciano hanno scelto di omaggiare in forme diverse la grande tradizione drammaturgica della nostra città. Attraverso le singole analisi e letture, infatti, Napoli si configura come la città, in cui famiglie d’artisti e loro allievi (nuovi e vecchi) hanno dato vita a una storia particolarissima, che non ha pari nella tradizione peninsulare ed europea.

Bianca Brancati e Cristiana Russo si soffermeranno sul commediografo Giacomo Marulli (1822-1883), puntando in particolar modo l’attenzione su due sue lettere. Si narrerà la storia di una sorta di ghostwriter ante litteram, Marulli, che fu promotore di una battaglia per la riforma del teatro dalle pagine del giornale Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto (al giornale è indirizzata la prima epistola letta del 2 febbraio 1862). Successivamente, a causa di una serie di vicissitudini familiari, cadde in disgrazia e fu costretto a scrivere commedie per altri, tra cui Antonio Petito, senza far comparire il suo nome e senza riceverne il giusto riconoscimento. La seconda lettera è indirizzata a Davide Petito, fratello di Antonio: in essa Marulli elemosina un ultimo prestito in cambio di una sua nuova commedia.

Giuseppe Pesce presenterà il suo documentario Il caso Bracco che, attraverso interviste alla nipote di Roberto Bracco (con documenti e  foto di famiglia) e a studiosi, rilancia il dibattito su uno dei più famosi drammaturghi italiani a cavallo tra Otto e Novecento. Pacifista e antimilitarista della prima ora, Bracco fu deputato di opposizione nel 1924. La censura lo ridusse al silenzio e alla miseria e gli intralciò – caso unico nella storia – la via per il Nobel. Roberto Colantonio presenterà Le corna d’oro di Gaspare Di Maio, drammaturgo napoletano, figlio d’arte che poteva vantare collaborazioni teatrali e musicali con Salvatore Di Giacomo. Nel suo intervento dal titolo Le corna d’oro e il fascismo verrà illustrata quest’opera, rimasta inedita, che gli costò l’ostilità da parte del regime e il confino a Trento, dove morì poco dopo, nel 1930.

Monica Todino illustrerà, attraverso un percorso drammaturgico sviluppato a tappe, la figura di Luisa De Filippo, bellissima e sfortunata donna, madre di Eduardo, Peppino e Titina, la quale ha dovuto subire e soprattutto patire tutte le conseguenze dell'aver, involontariamente, stravolto la vita di una delle famiglie più importanti di Napoli. Lo spettacolo si chiuderà con un omaggio a Eduardo De Filippo: la lettura da parte di Giulia Magliacane di una sua poesia, ’O pate. Siamo di fronte a un’opera, che condensa significativamente il senso di riflessione dedicata alle generazioni (e rigenerazioni) del teatro partenopeo.

 

Comunicato stampa: Simone Sormani

Img: Bianca Brancati

Specializzandi del Master in Drammaturgia e cinematografia

Università degli Studi di Napoli Federico II

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