di Maria Carmela Maione

CARO PUBBLICO, NOI ABBIAMO BISOGNO DI PARLARE

“Caro pubblico, noi abbiamo bisogno di parlare!”: il titolo della rappresentazione teatrale andata in scena al Teatro Trianon Viviani il 24 giugno è emblematico e rappresenta la chiave di lettura dell’intero spettacolo della compagnia Teatrostudio Solot di Benevento, per la regia di Antonio Intorcia e di Alexandru Gorghe, drammaturgo e regista rumeno, con la direzione artistica di Michelangelo Fetto e la direzione di scena di Paola Fetto. Lo spettatore ha l’impressione di trovarsi di fronte a confessioni e confidenze che i giovani attori protagonisti vogliono esprimere: in fondo, ciò che chiedono agli adulti è la possibilità di essere ascoltati ed accolti in una delicata fase della loro crescita, quella relativa alla scoperta della sfera sentimentale e sessuale, con tutti i dubbi, i pregiudizi, le reticenze, le paure, talvolta anche la confusione che le prime esperienze in questo campo portano con sé. Inizialmente, al centro del palco c’è solo una sedia rossa, che attira lo sguardo dello spettatore. Ecco, si aggiunge un altro squarcio di rosso: è il colore della maglietta di un ragazzo che va a sedersi proprio lì. Subito dopo entra in scena un gruppo di adolescenti che si collocano ciascuno in un punto del palco, alcuni seduti a terra, altri in piedi: così disposti, immobili, in silenzio, con i colori dei loro abiti da teenagers, sembrano rappresentare un “quadretto”, sembrano costituire loro stessi la scenografia, che in realtà è assente.

Il “quadro” iniziale inizia ad animarsi con la voce della prima ragazza che esprime alcune considerazioni sulla condizione dei giovani che, nel mondo dei social e in quello reale, hanno timore di mostrare la propria essenza e la propria vulnerabilità. L’occhio di bue si sposta man mano sui vari attori che prendono la parola, mentre gli altri restano fermi al loro posto, in penombra. Si tratta soprattutto di brevi monologhi, ma non mancano dialoghi e scambi di battute, mentre le azioni sono ridotte al minimo. Nella seconda parte, il gioco di luce e ombra viene interrotto da una scena che simula una serata in discoteca, con le luci colorate intermittenti e la musica in sottofondo: la sensazione è quella di essere coinvolti, come pubblico, nella leggerezza gioiosa dell’età giovanile, nella sua voglia di vivere e divertirsi. In realtà, dietro quel momento di festa, in cui il caratteristico “trenino” che ricorda quello dei veglioni di Capodanno rappresenta il momento centrale, si celano sentimenti ed emozioni contrastanti dei ragazzi, esperienze affettive e sessuali che essi sperimentano in quel contesto.

La rappresentazione teatrale “Caro pubblico, noi abbiamo bisogno di parlare!” ha dato vita ad uno spettacolo nato dai testi elaborati dagli allievi stessi che lo hanno interpretato (Davide Baldino, Anuarite Bisarco, Alessia Anna Corona, Adriana Franzese, Valentina Iolanda Gallo, Giorgia Gomes, Angelo Valente, Sara Vernillo). Il lavoro prodotto ha puntato i riflettori su un tema non semplice da affrontare, che interpella il mondo adulto, la famiglia, le istituzioni educative e l’intera società, a cui vengono posti interrogativi dettati da esigenze profonde dei ragazzi di oggi e che trasmettono al pubblico spunti di riflessione, in maniera più diretta e provocatoria soprattutto nel finale.